La voce narrante è quella di Lina, quattordici anni, che in prima persona ci racconta le sue giornate, la famiglia, la scuola, l’amica, il sogno che ricorre quasi tutte le notti. Avvertiamo sin dalle prime battute un turbamento, la necessità all’isolamento, l’esigenza ad analizzare le situazioni che la circondano, ma il lettore non comprende il motivo di tali anomalie; apparentemente Lina vive in una famiglia nella norma, una mamma indaffarata e protettiva, un fratello piccolo e coccolato, un papà assente per lavoro ed anche per alcuni malori. In realtà è proprio questo sottrarsi all’amicizia, ai contatti umani che inizia ad insospettire il lettore: perché Lina costruire un muro fortificato intorno a se stessa? Perchè deve tenere sotto controllo tutto? È una brava ragazza ed alunna brillante, mai un problema scolastico o disciplinare, la sua riservatezza è conosciuta e ammirata, eppure un semplice tema destinato ad concorso scolastico nazionale, romperà gli argini e le permetterà di usare le parole esatte per dire quello che l’angoscia: suo padre è un alcolizzato. Attraverso questa dichiarazione a se stessa e al mondo, Lina si libera dalla schiavitù del segreto imposto dalla sua famiglia. E può iniziare a vivere la sua adolescenza ed innamorarsi nuovamente di quello che la circonda.
La storia è costruita in modo da lasciare in sospeso molte domande, le quali andranno a costruire nel lettore delle ipotesi, ad intrecciare una spiegazione intorno a questa vita emarginata. Ben contrapposte e descritte sono la figura dell’amica di Lina, sperimentatrice e originale, e all’opposto quella di sua madre, chiusa e intimorita di tutto. Due mondi e una scelta da fare: percorrere la via che ci assomiglia di più.
- Lindhal, Inger (Autore)