“Le case degli altri” non è inserito in una collana per ragazzi, ma è un libro che potrà incontrare l’interesse di adolescenti e giovani adulti. Jodi Picoult segue in questo romanzo lo schema narrativo del suo precedente e appassionante libro, “La custode di mia sorella”, dove l’autrice indagava il difficile rapporto tra due sorelle, delle quali una malata di leucemia. Ne”Le case degli altri” i protagonisti sono due fratelli e Jacob, il maggiore, è afflitto dalla sindrome di Asperger. E’ un diciottenne molto intelligente, ma autistico. Vive in un mondo tutto suo, dominato da regole ferree e da un ordine preciso. I suoi vestiti sono riposti nell’armadio non in modo casuale, ma secondo i colori dell’arcobaleno. Ogni giorno deve seguire abitudini e riti puntuali: la trasmissione televisiva ad una certa ora, la spesa nello stesso luogo alla stessa ora, ai giorni della settimana corrispondono pasti con cibi tutti di un certo colore.
Questi riti non sono un gioco o un capriccio: per Jacob uscire dagli schemi significa precipitare nel caos e nella sofferenza. La madre Emma si trova necessariamente a dover rivolgere molte attenzioni a Jacob e questo fa soffrire il figlio minore, Theo.
Theo sogna di avere una famiglia come tutte le altre, “normale”; per questo s’introduce di nascosto nelle “case degli altri”, cercando d’immaginare come potrebbe essere diversa la sua vita se abitasse in un’altra famiglia. Li guarda, li spia. Tutte le case gli sembrano meglio della sua. Queste abitudini vengono improvvisamente stravolte da un fatto tragico: l’insegnante di sostegno di Jacob viene trovata morta nella sua casa e Jacob viene accusato di omicidio.
L’autrice segue l’evolversi della vicenda dal punto di vista dei fratelli e degli altri personaggi, presentando ogni volta i fatti secondo occhi differenti e immedesimandosi nella psicologia dei personaggi, con tutte le loro sfaccettature.Questo romanzo è scritto in modo profondo, intelligente, mai banale o retorico. E’ una storia commovente, che alterna momenti di angoscia ad altri che fanno sorridere. La scrittrice è spietata nel mostrare, con gli occhi di Jacob, le reazioni e i pregiudizi delle persone cosiddette “normali” nei confronti di chi è diverso, e lo fa con umorismo e intelligenza.
Non ci sono buoni e cattivi in questo libro, ma soltanto modi diversi di vedere la realtà. La storia segue un ritmo misterioso e incalzante, fino al finale rivelatore (anche se intuibile) che porrà termine alla vicenda.