Legato su una zattera abbandonata in mare aperto, circondato da squali, mentre è in arrivo una tempesta: cominciano così le avventure di Ricky Rat, un topolino sveglio e dal cuore grande. Quando il topolino già presagisce una brutta fine ecco, insperata, una nave lo trae in salvo. Si tratta del Vascello Camaleonte, una nave pirata che cambia colore a seconda di quello del mare riuscendo così a sottrarsi alla vista delle navi nemiche.
La gioia di averla scampata dura poco perché a Ricky sembra di essere caduto dalla padella alla brace quando Rocky Raton, il grasso topo pirata cambusiere di bordo, lo informa del fatto che ora anche lui fa parte dell’equipaggio e che la pena per chi diserta, come vuole la Sesta Regola della Pirateria, è la morte.
In realtà Ricky, nonostante la nostalgia di casa, trova eccitante la vita di bordo e le avventure a fianco di Fox, la giovane volpe rossa capitano del Vascello, anche perché Fox prende il topolino sotto la sua ala protettrice e, con il pretesto di avergli affidato l’incarico di suo reggi-binocolo ufficiale, lo vuole sempre al suo fianco. Fox infatti è sì un pirata, ma un pirata gentiluomo, un uomo onesto e leale, un uomo triste che dietro alla benda nera sul viso non nasconde solo un occhio, ma anche un grande segreto.
Sfuggendo continuamente all’Anaconda Imperiale, la corazzata lizzardiana che da tempo dà la caccia al Vascello, e facendo tappa al rifugio dell’Isola delle Nebbie, la misteriosa isola sconosciuta alla geografia ufficiale e covo dei pirati, i nostri riescono a impossessarsi di un favoloso tesoro; ma la delusione è grande quando Fox scopre che quel tesoro, in realtà, non ha alcun valore. Il finale della storia è un po’ amaro, non solo per la cocente delusione per il bottino fasullo, ma anche per la mestizia di Fox e Ricky; tuttavia è evidente che questo finale lascia aperte le porte ai futuri episodi di una collana che promette bene.
La storia è narrata in prima persona da Ricky Rat, il punto di vista ideale per immergersi nella storia scoprendo poco alla volta, e con gli occhi di un ragazzo, l’avventuroso mondo dei pirati. Non mancano una buona dosa di autoironia e umorismo. Il testo è scorrevole, il lessico semplice, tecnico (marinaresco) al punto giusto e vi si integrano bene anche le parti chiaramente didascaliche. Pregevole la nota ecologista che traspare dalla fermezza di Fox a non voler uccidere la balena bianca per recuperare il tesoro.
Alla linearità dello stile si accompagna una trama interessante, per nulla scontata, e Innocenti è bravo a tenere sempre alta l’attenzione del lettore, dosando sapientemente la suspense e dimostrando di saper padroneggiare bene i ritmi della narrazione.
Completano il quadro una paio di trovate divertenti. Nel testo sono ripetuti quattro volte i versi di una canzoncina che i pirati cantano in occasioni festose; curiosamente la seconda strofa, che parla degli amori dei pirati, cambia leggermente a seconda che essi si trovino lontano o vicino alle loro agguerrite mogli e fidanzate. Molto curiosi i nomi assegnati ai personaggi. Si va dal soprannome calzante del grasso topo cambusiere, detto Piratto, ai nomi ammiccanti del cartografo Vulpirio De Agustin, e del medico di bordo, la Dottoressa Topalcini, per finire con l’altisonante nome del capitano, Fulgencio Libertador Fox che, però, è nulla in confronto a quello del suo trisavolo, Augusto Ultramarìn Fox De La Volpe Roja Blanca Y Negra, un nome che il capitano cita con orgoglio e più volte, fino a farlo diventare un simpatico tormentone del libro.
Diverse parole nel testo sono evidenziate in maniera tale da richiamare visivamente il colore, l’azione o l’aggettivo a cui si riferiscono, “acrobazie tipografiche” già viste ma che divertono sempre i piccoli lettori.
Belle le illustrazioni a colori, di cui il libro è riccamente dotato, realizzate dal noto scrittore e illustratore fiorentino Simone Frasca per il quale rimandiamo all’intervista rilasciata a Letteratura-per-ragazzi.it lo scorso mese di dicembre.