Guia Risari, ci sorprende ancora una volta, per bravura, spiccata ironia e per quel pizzico di inquieto lirismo che a volte troviamo nelle sue creazioni. Qui gioca con personaggi e ambienti legati alla tradizione fantasy creando un divertissement narrativo fin dalle prime pagine. Racconta di un cavaliere che si fa chiamare “Cavaliere che pestò la coda al drago”. Gli anni trascorsi ad acquisire informazioni riguardo i draghi attraverso lunghi viaggi in Cina e Scozia e la scoperta di un libro il quale – oltre a miti e leggende – riportava una poesia originale scritta da un drago avevano edotto il cavaliere nell’arte del raccontare quanto un drago potesse essere minaccioso, “malvagio come una malattia incurabile, assurdo come la follia”… ma ciò che non narrò mai fu che in vita sua di draghi non ne aveva mai visto.
La storia prosegue con una evidente ed ormai necessaria prova d’eroe. Il cavaliere troverà sì un drago ma un drago che nei secoli si è evoluto nell’aspetto e nel carattere ma soprattutto un drago che con quel po’ di fuoco rimastogli non tenta certo di spaventarlo ma di sorprenderlo prendendolo per la gola con deliziose e profumate frittelle. In “appendice”, per tutti i golosi non solo di libri da leggere, l’antichissima ricetta delle frittelle di drago. Una nota infine circa l’apparato iconografico a firma di Ilaria Urbinati: illustrazioni gradevoli anche se alcune volte un pò fredde.