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Escursionismo a piedi può voler dire tante cose: un modo per passare un fine settimana di camminata con pernottamento negli ostelli della gioventù, ma anche andarsene in giro portando con sé il necessario per la sopravvivenza.
Grazie alla leggerezza degli indumenti e delle attrezzature d’oggigiorno, non è certo necessario caricarsi di oltre 11-12 chili: questo basterà a un escursionista che viaggi da solo per una vacanza di due settimane, purché si rifornisca ogni giorno di acqua potabile e completi a mano a mano lungo la strada le provviste di cibo. È ben raro, almeno in Europa, trovare difficoltà in questo senso.
Nello zaino troveranno posto: il sacco a pelo (1,10 kg), abiti di ricambio (1,60-2 kg), il necessario da toilette (0,40 kg), le vettovaglie di base e le attrezzature per cucinare (insieme 4 kg), il kit di pronto soccorso (0,25 kg).
Assicurati all’esterno dello zaino, per averli a portata di mano in caso di maltempo, ci saranno un impermeabile (0,35 kg), la tenda (1,60 kg) e il materassino gonfiabile (0,25 kg), impermeabile anch’esso. Il materassino può essere arrotolato attorno alle provviste che verranno comprate giorno per giorno: pane, frutta, formaggio.
Nessuno zaino è completamente a prova d’acqua, cosicché si dovrà proteggere in uno o più sacchetti di plastica tutto ciò che deve essere mantenuto asciutto. Fra le cose che non devono assolutamente bagnarsi vi sono il sacco a pelo, gli indumenti di ricambio e le vettovaglie.
Se due o più persone viaggiano insieme, il peso che ognuno deve portare si riduce di un chilo e mezzo o due, perché ci si può suddividere le vivande, l’attrezzatura per cucinare e la tenda. Se si pensa di alloggiare in ostelli o in rifugi, si potrà tralasciare gran parte del cibo e ridurre la scorta d’acqua. Ma soprattutto non servirà la tenda, né il sacco a PELO, né il materassino, né l’attrezzatura per cucinare: il peso da portare non sarà superiore ai 4,5 kg.
Un altro mezzo chilo circa di cose essenziali (coltello, fischietto, carte topografiche, lampadina, bussola) lo si porterà addosso variamente distribuito.
Con il caldo, conviene partire indossando una camicia leggera ma a maniche lunghe, pantaloni leggeri, e portandosi appresso un giubbotto anch’esso non pesante. Gli indumenti leggeri hanno due vantaggi: non solo sono più freschi e non pesano addosso, ma si asciugano in fretta se si bagnano o se li si deve lavare. Le maniche lunghe proteggono dal sole e dagli insetti, e possono essere rimboccate per star più freschi, o tirate giú, se fa freddo. Indossando i vari indumenti gli uni sopra gli altri si ottiene, a seconda degli strati, il grado di calore e di protezione necessari se la temperatura rinfresca o si alza.
Le migliori calzature per ogni tipo di escursionismo — eccetto che nella neve e sul ghiaccio — sono scarponcini leggeri e impermeabili con tomaia di cuoio e suola
di gomma sintetica, munita di intagli per la presa sul terreno. Vanno indossati con due paia di calze: uno leggero a contatto con la pelle, uno più pesante sopra. È un errore mettersi in viaggio per un’escursione lunga con un paio di calzature nuove; bisogna acquistarle in anticipo e cominciare a usarle gradualmente.
Sia le calzature sia ogni altro pezzo d’equipaggiamento devono essere acquistati in un negozio di articoli sportivi specializzato. In particolare, lasciarsi consigliare per calzature e zaino: proprio come le calzature, che devono essere adatte ai piedi di ciascuno, cosi anche lo zaino deve essere adatto e comodo per le esigenze individuali.
Equipaggiati adeguatamente, d’estate si può girare ovunque, eccetto che in alta montagna. E non soltanto in estate, ma anche in primavera e autunno in tutta l’Italia e in buona parte dell’Europa.
Programmare il viaggio
Ogni escursione richiede un programma, e la prima cosa da studiare è l’itinerario. Per far questo occorreranno carte topografiche: indispensabili sono quelle dell’Istituto Geografico Militare in scala 1:25.000 o 1:50.000, le prime più adatte a terreni pianeggianti o collinosi, le seconde a zone con rilievi più accentuati potrà fornire mappe e consigli, anche per quel che riguarda indirizzi di ostelli, rifugi, campeggi, ecc. Meglio ancora se si ha a disposizione un GPS da montagna.
Nel programmare l’itinerario, è buona regola calcolare tappe che non superino, all’inizio, i 12-16 km al giorno, salvo il caso di camminatori allenati ed esperti, e purché le strade e i sentieri previsti siano facili e in zone relativamente pianeggianti. All’inizio, poco più di 3 km all’ora sono una buona andatura, che permette fra l’altro di fermarsi e di guardarsi in giro, e di prendere fiato per una decina di minuti ogni ora. Questi intervalli, più una pausa di un’ora o due per la colazione, consentiranno di arrivare al luogo scelto per il pernottamento finché c’è luce: condizione importante dovendo piantare la tenda o se il posto dove si alloggerà ha orari oltre i quali si rischierebbe di non essere accolti.
Con l’allenamento, si potrà naturalmente aumentare la propria autonomia di cammino quotidiana. Ma 25 km al giorno è il massimo raggiungibile, eccetto che per i superallenati. Ricordarsi che molti fattori possono concorrere a ritardare anche considerevolmente l’andatura: salite ripide, erba alta, boscaglia, terreno pesante, sabbia, e anche tempo piovoso, ventoso o troppo caldo. Bisogna tenere conto di ciò, dunque, nel programmare l’escursione, e calcolare margini di tempo piuttosto larghi.
Che cosa fare e che cosa non fare
Usare la BUSSOLA, imparando ovviamente a leggerla correttamente.
Consultare una carta topografica, su cui verificare costantemente la propria posizione.
Lasciare detto a qualcuno dove si va, soprattutto se in zone fuori mano, avvertendo quando si arriva.
Non proseguire in caso di foschia o di nebbia.
Evitare le lunghe camminate da soli, specie in zone aspre e deserte; due è il minimo, tre è meglio: in caso di incidente, uno rimane vicino all’infortunato mentre l’altro va in cerca d’aiuto.