Un libro è un amico, si dice. Quindi un essere vivente. Quindi soggetto ai malanni della vita. E questo è un libro con il raffreddore, dove tutte le nasali diventano dentali o labiali e le parole assumono forme diverse, diventano altro. Fatto apposta per essere letto a voce alta e divertire.
Protagodista, ops! protagonista un naso terribilmente otturato, alla ricerca del Grande Fazzoletto – a quanto pare unico rimedio al suo problema – , che, nel suo pellegrinaggio incontra altri nasi: una proboscide, un grugno, un naso da clown e perfino un naso completamente inaffidabile, di legno, evidentemente appartenente a un famoso burattino che non riesce a fare a meno di raccontar bugie. A seguirlo quasi fino alla fine sarà un bottone. A meno che non sia un altro naso, quello “non più grande del bottone di un gilè” che compare per un attimo nel racconto di Gogol: qualunque cosa sia ha comunque anche lui due buchi che si sono otturati.
L’autore di ciò che si potrebbe definire una pubblicazione a metà strada tra il divertissement e il metalibro ha una formazione da architetto ed è per questo forse che, come in una un vecchia soffitta o in una bottega di anticaglie, spuntano davanti agli occhi del lettore oggetti di ogni tipo a cui può capitare di beccarsi un raffreddore. Si gioca, dunque, non solo con la forma delle parole, ma anche con quella degli oggetti.
Il titolo originale del libro, uscito in Francia nel 2006, è Le Dez e contiene già il gioco del raffreddore. Orecchio Acerbo ha invece voluto rendere omaggio a Gogol mettendo in prima di copertina il titolo del suo celeberrimo racconto, a cui Olivier Douzou dedica l’appendice. Ma il gioco ha inizio subito dopo e continua fino alla fine, coinvolgendo non solo il libro-testo, ma anche il libro-oggetto, con una incimurrita indicazione del sito dell’editore: bububu.orecchiocerbo.cob
E il nostro Naso? Riuscirà a trovare il misterioso Grande Fazzoletto? Certo che sì! Per scoprire che, ahinoi, la Grande Soluzione pare proprio non ci sia.