Questo libro è un piccolo, grande capolavoro. Non tragga in inganno la brevità della storia, o il linguaggio apparentemente semplice.
Per scrivere una grande storia e arrivare al cuore dei lettori bambini, il linguaggio deve essere, infatti, diretto, semplice, fatto di poche parole. E arrivare all’essenzialità delle parole non è un percorso facile. Lo stesso dicasi per i personaggi, così apparentemente semplici, proprio perché perfettamente delineati, vivi, spontanei.
Questa storia è un racconto d’amicizia tra due animali diversi e, nella vita reale, solitamente nemici: un gatto e un topo. Tema già affrontato nel libro della gabbianella e del gatto, che trova qui non una continuazione, ma un arricchimento, un nuovo punto di vista.
L’amicizia per Sepulveda è un valore fondamentale. Nasce dalla fiducia, non ha bisogno di parole.
Così può accadere che un gatto che sta perdendo la vista trovi in un piccolo topo non solo un amico, ma anche una nuova vita. L’amicizia è un sentimento fortissimo che può compiere miracoli: gli occhi del topo diventano quelli del gatto, le zampe del gatto diventano quelle del topo. I due animali, da soli, possono poco. Il topo non riuscirebbe ad arrivare alla scatola di cereali e ad aprirla, il gatto non potrebbe andare in giro perché non vede. E, invece, insieme i due amici possono correre e saltare, volare sui tetti, mangiare e tenersi compagnia. Possono raccontarsi storie, o restare semplicemente in silenzio, uno accanto all’altro, felici del fatto che l’amico ci sia e sia lì accanto, in quel momento.
Scrive Sepulveda: “Per tutto il tempo – lungo o breve, non importa, perché la vita si misura dall’intensità con cui si vive – che il gatto e il topo trascorsero assieme, Mix vide con gli occhi del suo piccolo amico e Mex fu forte grazie al vigore del suo amico grande.” La leggerezza, la serenità di questa storia sono messe in risalto dalle illustrazioni evocative, dai tratti sfumati e poetici di Simona Mulazzani.
- NARRATORI DELLA FENICE
- Sepúlveda, Luis (Autore)