Sewa ha diciassette anni e da tre è arrivata in Italia dallo Sri Lanka per raggiungere la sua famiglia che l’ha preceduta in cerca di lavoro. Adesso, dopo tre anni, stanno per traslocare in una casa più grande dove sia lei che i suoi due fratelli potranno avere una stanza tutta per sé, così come i suoi genitori, mentre prima erano costretti a dividere la stessa stanza e sembrava quasi che a stare così vicini agli altri, la notte, non rimanesse nemmeno lo spazio per i propri pensieri. Qualcosa è finalmente cambiato dunque anche se i problemi da superare sono ancora tanti. Prima di tutto a scuola, dove bisogna impegnarsi molto per imparare bene l’italiano e cercare di far risuonare quella lingua dei nuovi pensieri che ha dentro e poi in famiglia, nel rapporto con la cultura del suo paese dove le donne e i figli hanno molto meno libertà di decidere del proprio futuro di quella che invece Sewa vede accadere nel nuovo paese e che vorrebbe anche per sé, per potere decidere non solo chi sposare e chi frequentare, ma anche per dire “no” al ragazzo che l’ha invitata a uscire solo perché non l’ha fatto in modo gentile. E allora Sewa pensa e cerca le parole giuste che la facciano sentire meno straniera, più uguale agli altri anche se ha imparato che l’uguaglianza vera non esiste e quando c’è può significare solo comprensione dell’altro. Un piccolo diario che riesce a rappresentare le problematiche di chi oggi è costretto a lasciare il proprio paese per la necessità di sopravvivere e a coniugarle con un discorso più intimo di maturazione e crescita personale.
- Lodoli, Elisabetta (Autore)